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CLINICA DEL GINOCCHIO

Il ginocchio è una delle grandi articolazioni del corpo in cui ossa, cartilagini, legamenti, muscoli e tendini lavorano insieme per rendere flessibile il ginocchio, rendendo la persona capace di camminare, correre, saltare, girare e piegarsi fluidamente.

Le ossa che compongono l’articolazione del ginocchio sono 3: il femore, la tibia e la rotula.

Femore e tibia compongono l’articolazione detta femoro-tibiale, che permette movimenti di flessione ed estensione della gamba. Femore e rotula formano, invece, l’articolazione femoro-rotulea.

Un ginocchio sano presenta ossa con superfici molto lisce e ricoperte da un tessuto protettivo resistente chiamato cartilagine.

Oltre alle ossa, l’articolazione presenta dei legamenti posizionati ai lati e nella parte interna del ginocchio che tengono in posizione le ossa dell’articolazione e ,durante il movimento, la stabilizzano insieme a muscoli e tendini.

Tra la tibia e il femore sono presenti due strutture fibrocartilaginee a forma di semiluna: i menischi, che proteggono la cartilagine articolare e fungono da ammortizzatori.

Nelle zone in cui si verifica più attrito, troviamo delle borse sinoviali: sacche piene di liquido (detto sinoviale) che ammortizzano l’area in cui pelle e tendini scivolano sull’osso.

Completa l’articolazione una capsula articolare che la riveste e secerne un liquido che lubrifica l’articolazione, riducendo ulteriormente l’attrito e facilitando il movimento.

 

 

Patologie del ginocchio

Gonartrosi

L’artrosi al ginocchio (o gonartrosi) è una malattia degenerativa della cartilagine articolare del ginocchio, che porta a una mobilità limitata dell’articolazione. Circa il 12% della popolazione adulta e il 90% degli ultrasettantenni soffre di artrosi al ginocchio.

Una cartilagine articolare sana protegge il ginocchio, ammortizzandolo nei movimenti e in caso d’impatti. La cartilagine si deteriora naturalmente a causa del normale processo d’invecchiamento. Tuttavia, in determinate circostanze, questa usura può diventare eccessiva e causare patologie. Infatti, progressivamente, la cartilagine si consuma e diventa sfilacciata e ruvida. Lo spazio protettivo tra le ossa diminuisce e questo porta, in alcuni casi, allo sfregamento delle ossa del ginocchio tra di loro.

Con l’avanzare di questo processo, la capsula articolare s’ispessisce, i muscoli della coscia diventano ipotonici e causano un irrigidimento del ginocchio, che perde mobilità rimanendo curvo e/o flesso. Anche i legamenti possono subire danni, determinando una sensazione di cedimento e instabilità.

 

Come insorge, quali sono i sintomi e cosa possiamo fare per l’artrosi al ginocchio?

Sintomi:

I sintomi dell’artrosi al ginocchio spesso si sviluppano lentamente e peggiorano nel tempo. Segni e sintomi dell’artrosi al ginocchio includono:

  • Dolore. il ginocchio è dolorante durante o dopo un movimento.
  • Rigidità. Al risveglio o dopo un periodo di inattività il ginocchio risulta rigido.
  • Lassità. L’articolazione può risultare morbida all’applicazione di una leggera pressione.
  • Perdita di flessibilità. L’articolazione non è in grado di muoversi attraverso la sua intera gamma di movimento.
  • Sensazione stridente. Quando usiamo il ginocchio percepiamo come uno “stridio” nei movimenti
  • Speroni ossei. Intorno all’articolazione interessata si formano pezzi di osso extra, che sembrano grumi duri.
  • Gonfiore. Spesso causato dall’infiammazione dei tessuti molli intorno all’articolazione.

Sperimentiamo uno più di questi sintomi già da un po’ di tempo, COSA POSSIAMO FARE?

Visita Medica: 

Dobbiamo senz’altro procedere ad ottenere una diagnosi chiara sottoponendoci ad una visita medica. Durante questa visita il medico chiederà i sintomi e la storia medica del paziente, condurrà un esame fisico in cui verificherà con vari test: dolorabilità, gonfiore, problemi di andatura, segni clinici di lesioni muscolari, legamentose o tendinee ed eventualmente, ordinerà esami diagnostici, come radiografie o esami del sangue.
Esami diagnostici:

  • Raggi X: Forniscono immagini dettagliate di strutture dense, come l’osso. Possono aiutare a distinguere tra varie forme di artrosi. I raggi X di un ginocchio artritico possono mostrare un restringimento dello spazio articolare, cambiamenti nell’osso e la formazione di speroni ossei. 
  • RMN: Occasionalmente, può essere necessaria una risonanza magnetica o una tomografia computerizzata per determinare le condizioni dei tessuti molli del ginocchio.

Mi è stata diagnosticata una gonartrosi. Cosa debbo fare?

Ci sono varie possibilità:

Nella fase acuta della malattia, si può iniziare con un trattamento analgesico:

L’applicazione topica e sistematica di farmaci antinfiammatori può essere efficace nelle fasi acute della malattia (consultare sempre il medico curante).

Allo scemare della fase acuta si aprono varie possibilità (sempre previa consultazione e valutazione del caso specifico con un professionista sanitario di fiducia):

 

Trattamento Chirurgico:

Artroscopia o Trattamento chirurgico mininvasivo: questa moderna tecnica endoscopica può eliminare lo sviluppo del deterioramento della cartilagine rimuovendo le aree danneggiate e la formazione ossea patologica (osteofiti), oltre a rafforzare l’apparato legamentoso.

Protesi: Chirurgia sostitutiva dell’articolazione del ginocchio nel caso in cui i trattamenti conservativi e minimamente invasivi abbiano fallito.

 

Trattamento Conservativo (Fisioterapia) 

Il fisioterapista affronterà con il paziente affetto da artrosi al ginocchio il problema del dolore, della perdita di mobilità articolare, debolezza, andatura e resistenza.

Posto che il danno arrecato alla cartilagine non può essere invertito, si può ridurre il dolore, migliorare la mobilità, la funzione e rallentare il deterioramento articolare senza intervenire chirurgicamente ma lavorando con lo scopo di 

  • Rafforzare i muscoli che circondano il ginocchio, i glutei e l’anca.
  • Allungare i muscoli tesi e rigidi, come ad esempio i muscoli posteriori della coscia.
  • Incoraggiare lo scambio di liquidi e sostanze nutritive nel corpo con esercizi aerobici leggeri, come camminare, nuotare o fare esercizi in piscina.

Muscoli forti e flessibili possono supportare meglio l’articolazione del ginocchio, con conseguente minore pressione sulla cartilagine e sulle ossa danneggiate. Se da un lato l’uso eccessivo delle ginocchia può peggiorare la salute delle articolazioni e l’artrosi al ginocchio, dall’altro meno si muovono le ginocchia più tendono a indebolirsi. Bisogna quindi trovare quell’equilibrio per mantenere le articolazioni del ginocchio in movimento quel tanto che basta per far sì che siano forti e sane. 

Negli ultimi anni la chirurgia sta diventando un’opzione sempre meno usata per l’artrosi al ginocchio. Le prove dimostrano che la sola fisioterapia è altrettanto efficace nell’alleviare il dolore e nel migliorare la condizione dell’articolazione del ginocchio in presenza di artrosi.

 

LESIONI MENISCALI:

Il menisco può lesionarsi a causa di traumi acuti, o come risultato di alterazioni degenerative che avvengono nel tempo.

Le lesioni del menisco sono spesso, ma non esclusivamente, legate allo sport e si verificano di solito durante movimenti di rotazione: l’atleta ruota o gira la parte superiore della gamba mentre il piede è piantato e il ginocchio è piegato. Gli sport che possono aumentare il rischio di lesioni dei menischi sono quelli che richiedono svolte e arresti improvvisi come calcio, basket, rugby, tennis, sci. Spesso avvengono insieme ad altre lesioni al ginocchio, come le lesioni del legamento crociato anteriore. 

Nonostante ciò, non sempre la lesione meniscale è legata a un trauma: può accadere, soprattutto in persone anziane, che movimenti apparentemente normali o innocui, come accovacciarsi o perdere l’equilibrio e fare un passo falso, possano determinare lesioni di menischi già indeboliti. Il menisco, infatti, si indebolisce con l’età, soprattutto in presenza di altre patologie degenerative del ginocchio come l’artrosi.

Come capisco se ho una lesione meniscale?

In ogni importante lesione meniscale possiamo notare: 

  • Dolore nella parte mediale o laterale del ginocchio;
  • Gonfiore al ginocchio;
  • Blocco dell’articolazione del ginocchio;
  • Incapacità di stendere o piegare completamente l’articolazione del ginocchio;

Se ho questi sintomi cosa posso fare?

Visita Medica: 

Dobbiamo senz’altro procedere ad ottenere una diagnosi chiara sottoponendoci ad una visita medica. Durante questa visita il medico chiederà i sintomi e la storia medica del paziente, poi, con molta probabilità, procederà ad effettuare il test di McMurray: il paziente deve stare in posizione supina, il medico piegherà il ginocchio, quindi lo raddrizzerà e lo ruoterà. Questo movimento indotto metterà in tensione il menisco. Se è presente una lesione del menisco causerà dolore o un click all’interno dell’articolazione.

 

Esami Diagnostici

In presenza di dubbi sulla diagnosi, poichè lesioni al ginocchio possono causare sintomi simili a quelli della rottura del menisco, il medico può richiedere test di imaging per confermare la diagnosi.
Raggi X: I raggi X forniscono immagini di strutture dense, come le ossa. Sebbene una radiografia non mostri una lesione del menisco, il medico può prescriverne una per escludere altre cause di dolore al ginocchio, come l’artrosi.
Risonanza magnetica. La risonanza magnetica invece valuta i tessuti molli dell’articolazione del ginocchio, inclusi menischi, cartilagine, tendini e legamenti e può fornire un quadro chiaro dell’estensione e della gravità della lesione.
Mi è stata diagnosticata una lesione meniscale.

 

Cosa debbo fare?

Il trattamento delle lesioni ai menischi in fase acuta prevede tecniche conservative che includono:

  • Riposo. Utilizzare bastoni canadesi per evitare che il peso gravi sull’articolazione. Evitare qualsiasi attività che peggiori il dolore al ginocchio.
  • Ghiaccio. Applicare ghiaccio sul ginocchio ogni tre o quattro ore per 20 minuti.
  • Bendaggi. Comprimere o avvolgere il ginocchio in un bendaggio elastico per ridurre l’infiammazione.
  • Tenere sollevato il ginocchio per ridurre il gonfiore.

Si possono anche assumere farmaci come l’ibuprofene o qualsiasi altro farmaco antinfiammatorio non steroideo (FANS) per ridurre il dolore e il gonfiore intorno al ginocchio. Consultare sempre prima un medico.

Al termine della fase acuta dell’infiammazione e dopo aver valutato l’entità della lesione si può procedere, a seconda dei casi, della sintomatologia e degli obiettivi del paziente con:

 

Terapia Chirurgica

In caso di lesioni del menisco più gravi la chirurgia è, in genere, il miglior trattamento.

L’obiettivo della chirurgia è preservare il menisco riparando o rimuovendo la parte lacerata. La procedura viene in genere eseguita in artroscopia: una piccola telecamera viene inserita in una minuscola incisione del ginocchio per guidare il chirurgo nella riparazione o rimozione dello strappo, utilizzando piccoli strumenti inseriti in un’altra minuscola incisione.

Dopo l’intervento chirurgico sarà necessario effettuare sedute di fisioterapia per rafforzare il ginocchio, riguadagnare la libertà di movimento e riprendere l’attività.

 

Terapia Conservativa (Fisioterapia)

Uno dei ruoli principali del menisco è l’assorbimento degli urti. Gli altri ammortizzatori vitali attorno al ginocchio sono i muscoli. Nella pratica clinica si è osservato che se si rafforzano i muscoli delle gambe, il ginocchio diventa man mano più stabile.

Con la terapia conservativa si mira quindi, tramite l’utilizzo di tecniche manuali e strumentali, a:

  • Ridurre il dolore e l’infiammazione;
  • Rcuparare il range di movimento articolare;
  • Rafforzare i muscoli posteriori della coscia;
  • Rafforzare l’arto inferiore: polpacci, muscoli dell’anca e del bacino;
  • Migliorare l’allineamento femoro-rotuleo;
  • Normalizzare le lunghezze dei muscoli;
  • Migliorare la propriocezione e l’equilibrio;
  • Migliorare la tecnica e la funzione, ad es. camminare, correre, accovacciarsi, saltare e atterrare;
  • Ridurre al minimo le possibilità d’infortunio.

La fisioterapia post-operatoria utilizza gli stessi elementi (ad eccezione di alcuni mezzi strumentali che potrebbero essere controindicati) in modalità differenti.

 

 

fonte: http://fisioterapiaitalia.com

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